La Terra si ribella.

Ragazzi, non so voi, ma io in questi giorni ho sentito di tutto riguardo al terremoto che ha squarciato il nostro BelPaese.

Mi auguro che in alcuni casi si trattasse di troll poco simpatici, piuttosto che di reali cazzoni che potessero esprimere liberamente la propria opinione.

Ho letto di vegani che difendevano la nostra Terra in quanto Amatrice, patria della ben nota (e buona!) pasta al sugo con la pancetta, si meritasse questo per lo sgarro che ha compiuto nei confronti della Natura, creando un piatto che nel mondo imponeva il sacrificio di animali d’allevamento.

Ho letto di cristiani cattolici non troppo stupefatti dall’accaduto, in quanto recentemente, in Italia, ci si è aperti al riconoscimento civile delle coppie dello stesso sesso: essendo ciò – dal loro punto di vista, dal quale in molti per fortuna si dissociano – un atteggiamento contro la stessa Natura, essa si è ribellata contro di Noi, popolo ormai eretico, per dimostrare il Suo disappunto.

Ho letto della più stronza di tutte, della quale fortunatamente ho rimosso il nome, che proponeva, post pubblicazione nel suo Facebook della lista delle vittime del terremoto,  di scegliere un nome e di pregare per lui, così da permettergli di avere l’indulgenza dato che, ovviamente, essendo morto per tale calamità naturale, deve essere stato una brutta persona in questa terra.

Ho letto veramente di tutto. Ho letto le parole della mia “cerchia di amici” che si scagliava contro gli immigrati, contro 35€ che prendono quotidianamente di Asilo a spese dello Stato Italiano, che vivono negli alberghi a sbafo, al grido tanto arcaico quanto becero “PRIMA GLI ITALIANI!” E per carità d’Iddio, sono d’accordo, ma almeno informiamoci un attimo prima. Ma questa è un’altra storia.

Questo è tutto l’odio che proviamo, e l’estrema necessità di dover trovare sempre e comunque un capro espiatorio sul quale vomitare addosso tutta la nostra indignazione.

Signori, è la Natura. E la Natura, da sempre, fa quel cazzo che le pare. E se non lo avesse sempre fatto, molto probabilmente noi non saremmo qui, in questo preciso istante, a scrivere ad un computer, ma saremmo organismi monocellulari sottosviluppati.

Con questo, è ovvio che sia un’ingiustizia, e che tutto quell’insieme di vite spezzate, giovani, bambini, o anche anziani che hanno subìto la furia della Natura più volte nell’arco della loro vita, avrebbe potuto essere risparmiato con un minimo di senno evitando che i soliti mangiasoldi corrotti di questa Italietta si arrampichino e incancrenino la gestione del Paese.

Ma anche questa, è un’altra storia. Il bello di Internet è che dà la possibilità a chiunque di esprimersi. Questo è favoloso, perchè, da ciò che ho avuto modo di apprendere, il primo medium a far rimbalzare la notizia, nel minuto immediatamente successivo alla scossa, è stato l’Internet di Twitter.

La velocità delle informazioni e la possibilità che tutti possiamo essere opinionisti di stocazzo, è comunque l’altra faccia di una medaglia perfetta: ogni celebroleso può dire la sua e venire ascoltato da una stregua di seguaci -sì, sto chiaramente parlando di Salvini.

Ho già fatto voto di evitare come la peste l’informazione televisiva, anche se oggi, mentre cucinavo da sola, avevo necessità di un po’ di compagnia. Alle 20, generalmente, vanno in onda solo TG e stasera ho avuto il piacere di incappare su Canale5. È abbastanza ovvio che, in momenti come questo, l’informazione Italiana perda un po’ la sua spinta sui soliti temi (la disoccupazione, il femminicidio, l’immigrazione, l’Isis) per poter sciacallare sull’evento che ha scosso questo Agosto piatto fatto di raccomandazioni agli anziani quali banalità storiche alla “evitate di uscire nelle ore più calde e cercate di bere molto!” – maddai -. Ma il Tg5 stasera va ben oltre, dedicando un paio di servizi al Sig. Berlusconi, su come Egli, il S.S. Silvio, abbia ricostruito, quando era al governo, in soli 5 mesi la città di l’Aquila, sconvolta anch’essa dal terremoto. Credo che sulla veridicità di questa informazione, potremmo dibattere a lungo. Il problema è che questa notizia è andata in onda su una TV che dovrebbe, almeno sulla carta, essere generalista.

 

Era necessaria, questa meravigliosa sviolinata nemmeno troppo velata, questa ampia leccata di culo al padrone che finalmente, dopo un periodo da pregiudicato, può tornare alla ribalta stordendoci con le sue auto-commemorazioni disinvolte? Non stupiamoci infatti quando ci dicono che siamo sotto di almeno 30 posizioni rispetto al Ghana, quando si parla di libertà di stampa.

RIPETO. IL GHANA.

http://www.corriere.it/esteri/16_maggio_03/liberta-stampa-ecco-12-cattivi-italia-77-posto-haiti-meglio-noi-6d742ece-10f6-11e6-950d-3d35834ec81d.shtml?refresh_ce-cp

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Ma, anche questa, è un’altra storia.

La storia che voglio raccontare, è una storia che mi hanno raccontato a mia volta. Onestamente, non ho controllato la veridicità dell’informazione, ma la credo realistica in quanto non impatta nessun interesse. Si tratta dell’intervista ad una ragazza, più o meno della mia età, che riusciva a non piangere mentre diceva, al microfono, che non aveva più nulla. La sua intenzione era quella di andare all’Università e vivere una vita come quella di tante altre ragazze nostre coetanee, con ogni diritto di divertirsi al bar e studiare sui libri.

Ecco, quella ragazza ha detto che non aveva più niente di suo. Nemmeno un elastico per legarsi i capelli, perchè in quel momento sentiva caldo e aveva necessità di legarseli.

Ho capito bene.

Io sono qua a lamentarmi perchè non ho le ferie quando dico io, che prendo lo stipendio sufficiente a vivere una vita dignitosa, che ho un ragazzo che mi ama e una famiglia in salute, che ho una macchina, seppur scassata, da guidare per andare a lavoro ed ho le pareti di questa casa di 60mq in affitto piene delle mie fotografie di viaggi.

Sì io. Non hai idea di quanto io mi senta stronza in questo momento. Una stronza incapace di godere dell’Universo di meraviglia che la circonda, quando, da un momento all’altro, a diversi km dalla mia pianeggiante ed antisismica Lombardia, una coetanea ha avuto la sola colpa di trovarsi nel luogo sbagliato, nel momento sbagliato.

Probabilmente il mio blog dovrebbe finire qui. Sono già arrivata alla metà della Meta, anzi, l’ho decisamente superata. Se è proprio vero che la felicità sta nelle piccole cose, io, sono un’ingrata.